Dopo il successo de Le notti bianche, Stefano Cordella ed Elena Patacchini portano in scena un altro amore inquieto e struggente.
Bovary è una anti-eroina ribelle e decadente che non vuole accontentarsi di una vita borghese, non accetta la mediocrità da cui è circondata. Vive intensamente il conflitto tra le infinite sfumature dell’ideale e la delusione del reale. Soffre nel vedere le sue aspettative tradite, è inquieta in ogni ambito della sua vita. Nel matrimonio, nel lavoro, nelle relazioni. La sua esistenza è un continuo “trasloco” da uno spazio del desiderio all’altro. La felicità sembra essere lì, a un passo, che quasi si può toccare. Ma non è mai abbastanza.
Note di regia e drammaturgia
Lo spettacolo si concentra sulla relazione tra Emma e Charles Bovary. Sono scene di un matrimonio, brevi squarci sul loro amore sempre in discussione, sempre alla prova.
L’idea è quella di raccontare questo spazio instabile, sempre in trasformazione, che sfuma non appena sembra aver raggiunto una forma. È affamata di esperienze Bovary, fatica a godere profondamente di quello che ha, sempre pronta a “consumare” qualcosa di nuovo, anche a costo di consumare sé stessa. (Stefano Cordella ed Elena C. Patacchini)