presso RIDOTTO DEL TEATRO MASINI, Faenza
Il Ballo è una storia perfetta: pochi personaggi, disegnati in un lampo e con brevi tratti, eppure perfettamente riconoscibili e un incedere di eventi che precipitano in pochi giorni verso una fine inattesa e tragicomica, stupida, piccola eppure enorme, per le conseguenze sulle persone coinvolte.
Una famiglia di arricchiti, provinciali e ignoranti, una moglie che non vuole invecchiare e che sa di potersi finalmente godere la vita. Un marito che pensa solo agli affari e non riesce a porre argine alle volontà smodate e ai dispetti della consorte. Una figlia quattordicenne che sta abbandonando il corpo di ragazzina crisalide per diventare femmina e donna, con tutto il caleidoscopio di sentimenti, desideri e sofferenze della sua età.
Intorno un mondo di nemici, secondo la gretta e sprezzante filosofia della padrona di casa: una istitutrice inglese, una maestra di pianoforte, un maggiordomo e una servitù buona solo a rubare pane e stipendio. Tutti insieme vivono l’attesa del grande ballo, una festa danzante che la signora vuole offrire a tutti i nobili e ricchi della città per affermare lo strapotere della famiglia. Ha pensato a tutto, e tutto trasuda arroganza ed eccessi. Ha trascurato un solo dettaglio: la sua adorata bambina…
Il Ballo è il romanzo breve attraverso il quale la giovanissima scrittrice russa trapiantata a Parigi si affermò in Francia nel 1930: una carriera folgorante, con romanzi strepitosi, ricchi di una umanità complessa e spesso ributtante, volgare, pronta a tutto per la ricchezza e per soddisfare le proprie voglie. Figlia di un banchiere russo che sopravvive alla Rivoluzione d’Ottobre, e di una donna in tutto e per tutto identica alla protagonista del romanzo, Irène Némirovsky attraversa in prima persona la grande storia della prima metà del Novecento, pagandone le conseguenze: morirà ad Auschwitz, da sola, nel 1942, un mese dopo essere stata internata.
Daria Paoletta e Francesco Niccolini provano a trasformare in racconto teatrale Il Ballo: lo fanno con grande divertimento, unendo la verve comica e affabulatoria dell’una e il cinismo teatrale dell’altro. Un racconto corale, quasi sinfonico; un ritratto impietoso e comico, per forza di cose tragico e forse anche un po’ commosso di un mondo nel quale molto difficilmente lo spettatore non riconoscerà tracce della propria vita. E della propria famiglia.
Età consigliata: dai 10 anni