Lo spettacolo andrà in scena al
Teatro Diego Fabbri di Forlì (250 posti)
Il defunto odiava i pettegolezzi è il depositato finale di un percorso triennale che osserva gli ultimi giorni di vita di Majakovskji dalla prospettiva di Serena Vitale, autrice del libro omonimo edito da Adelphi. Dopo l’attuazione di formati che intrecciano diverse discipline (teatro-letteratura-radio-divulgazione scientifica) – dallo spettacolo teatrale alla mise én espace, dal reading all’incontro interdisciplinare, fino al radiodramma ospitato da Il Teatro di Rai Radio3 – il percorso di riflessione di Menoventi sugli ultimi giorni di vita del poeta approda allo spettacolo finale.
Raccontare gli ultimi giorni di Majakovskij significa raccontare la fine di una generazione straordinaria, la rapidissima parabola di un manipolo di ragazzi che si riunirono sotto il vessillo della Rivoluzione d’Ottobre, trasformarono radicalmente il modo di concepire le rispettive discipline e, soffocati dalla deriva autoritaria della loro utopia, terminarono con violenza la produzione artistica o la vita stessa. Majakovskij fu il massimo esponente di quella generazione, il primo della classe, il più in vista, il poeta più amato, idolatrato, invidiato, deriso. Negli ultimi due anni della sua breve esistenza iniziò a disseminare poemi e commedie con rimandi al viaggio nel tempo. Decise di rivolgersi direttamente ed esplicitamente ai posteri, escludendo i propri contemporanei, come se volesse ignorare il presente per inviare messaggi, preghiere e moniti agli “uomini del futuro”. Majakovskij stava demandando la propria felicità a un mondo a venire, un mondo popolato da uomini e donne fosforescenti. E proprio la Donna Fosforescente, ultima sorprendente fantasia teatrale dell’autore sovietico, si emancipa nel nostro lavoro dal “dramma con circo e fuochi d’artificio” per guidare lo spettatore attraverso quell’intrico di prospettive e ricostruzioni raccolte da Serena Vitale nel suo romanzo.
La Donna Fosforescente ci chiede di osservare e ascoltare con attenzione qualche frammento di una vita speciale, la vita di un poeta che decise di proiettarsi nel futuro e chiedere asilo agli “spettabili discendenti”, ai “compagni posteri”. Noi siamo quegli uomini del futuro, e siamo convinti che si debba prestare attenzione alle sue parole.