Eleonora Sedioli accede alla vicenda del falegname Gauny nella consapevolezza che la finzione non è la creazione di un mondo immaginario, all’interno del quale operare lo scarto necessario ad allontanare il proprio destino, bensì lo strumento per decifrare il reale e le sue interconnessioni con l’alterità.
Questa lotta, che la porterà nuovamente ad incontrare il “misterioso”, luogo e tempo dell’inconosciuto, sarà il teatro di una storia dell’emancipazione. Nelle sue pieghe, con l’aiuto di uno “spirito” guida, la protagonista altererà le coordinate della percezione, rimodulerà il quadrante del sensibile, agiterà l’onda del dicibile.