Caino e Abele, Adamo ed Eva e poi ancora Davide e Betsabea, Booz e Rut; la Bibbia, il grande libro da cui tutti discendiamo, ci racconta di ancestrali parabole di coppia, di un bene e di un male, di un bello e di un brutto, dominate da azioni violente e ferocemente umane che indignatamente ci appartengono.
Sagrestano e Virtuosa sono i protagonisti assoluti de La Fame, il nuovo spettacolo della compagnia Les Moustaches. Intensi, amorali e allegorici, Sagrestano e Virtuosa sono gli antieroi di una nuova parabola tanto immaginaria quanto reale, apparentemente lontana, tremendamente contemporanea.
Con le regole di una fiaba incensurabile, La Fame racconta di una coppia grezza e insensibile, dominata da istinti ancestrali, mangiare, bere, dormire, delle volte, se capita, fare l’amore, tutto il resto non conta o, meglio, non è contemplato. Il loro stare in questo mondo non ha pretese, basta “una vogliuzza per il giorno e una per la sera, fermo restando la salute” e quell’indomito desiderio di non fare alcuna fatica per ottenere qualcosa.
Ma è così che davanti a un imprevisto, o a un nuovo ostacolo finito sul cammino, gli uomini inciampano e non sanno come rialzarsi. Sagrestano e Virtuosa, abituati alla fortuna di un piatto sempre pieno dovranno improvvisamente affrontare le bestemmie dei fondi vuoti, la fame è arrivata come un ospite inatteso che bussa all’uscio del portone trovando Sagrestano e Virtuosa decisamente impreparati.