Lo spettacolo andrà in scena al
Teatro San Luigi di Forlì (100 posti)
La via Emilia è il midollo che ha portato linfa alle nostre città, la vena che ha fatto scorrere la nostra cultura, l’utero in cui siamo stati concepiti. Rigida e severa nella sua razionalità mediterranea, ma anche lunare e nordica quando è avvolta dalle nebbie invernali; simbolo dell’operosità umana, disseminata com’è di magazzini e aziende, ma anche via di campagna, circondata da campi silenziosi e infiniti: lungo questa “stradona” convivono tutti i caratteri che segnano il nostro modo di vivere – i caratteri che ci hanno formato.
La via Emilia diventa così lo specchio di questa regione, come ogni madre è lo specchio di suo figlio. In questo monologo, che è in realtà un dialogo serrato con una madre muta e archetipica, si percorre un viaggio a episodi da Piacenza a Rimini, dal Po all’Adriatico; un viaggio individuale, fatto di avvenimenti comuni, ma proprio per questo universale, come il percorso di formazione di ciascuno di noi.
Dall’infanzia alla maturità anche questa “vita in viaggio” (o “viaggio in vita”) è marcata da un continuo e ambivalente rapporto con la Madre, totem che custodisce in sé, in un groviglio impossibile da recidere, radici e nevrosi, conforto e maledizione.
Per completare questo viaggio biografico, lo spettacolo riflette sui nostri modelli e sulla nostra storia. Dalla nascita del tricolore, la bandiera della madre-patria, a Reggio Emilia nel 1797, ai grandi autori che hanno contribuito a formare il nostro panorama simbolico. Panorama visivo, con Federico Fellini; ma anche testuale, attraverso una passeggiata “a stazioni” fra i nostri più importanti poeti, da Dino Campana a Roberto Roversi, da Attilio Bertolucci a Marino Moretti e Antonio Delfini, da Giovanni Pascoli a Tonino Guerra.