Lo spettacolo andrà in scena al
Teatro San Luigi di Forlì (100 posti)
Sei nella savana con due leoni, uno vicino e uno lontano. Qual è quello che ti fa più paura? Quello più vicino. Ma non ha senso, perché anche quello più lontano, se vuole, ti mangia. Perché corre molto più veloce di te. Dovrebbero farti paura uguale, o al massimo dovresti chiederti quale dei due è più affamato. Ma chi è che riesce a fare un ragionamento del genere con due leoni che vogliono mangiarlo? Il nostro cervello non funziona così. L’amigdala, che regola le emozioni, per rilevare i pericoli semplifica tutto: “vicino/pericolo”, “lontano/poi vediamo”.
Per la maggior parte del tempo le nostre vite scorrono su binari rapidi e precisi che non ci permettono di avere abbastanza tempo e abbastanza lucidità per riconoscere le fondamenta, l’origine e la direzione di questi binari. Un evento catastrofico che blocca completamente le nostre routine e ci porta a rivoluzionare le nostre abitudini, invece, può essere un’occasione per farci domande che altrimenti non ci faremmo e fa uscire, anche involontariamente, le nostre frustrazioni, paure e ferite più profonde. Che restano latenti finché, a causa di uno scontro per un motivo apparentemente futile, non escono alla luce del sole in tutta la loro lacerante – e comica – tragicità.
In questo spettacolo l’evento catastrofico è un virus che trasforma le persone in tacchini e i protagonisti sono due coppie, nell’androne di un palazzo, divorate dalle loro contraddizioni.