PRIMA NAZIONALE
Lo spettacolo andrà in scena al
Teatro Testori di Forlì
Pigmalione è ispirato alla vera storia di Kurt Gerron, un regista ebreo a cui il Terzo Reich commissionò un documentario su Terezin.
Terezin era un campo di concentramento vicino Praga e Kurt uno dei prigionieri.
Un documentario sulla vita del ghetto-modello. Un film che doveva dare una versione assolutamente falsa della realtà sulle condizioni di vita nei campi di concentramento. Per organizzare l’inganno e rendere tutto verosimile, le SS ordinarono ai prigionieri di “abbellire” il ghetto e di “metterlo in ordine”: furono creati giardini, si dipinsero le case, addirittura sugli edifici vennero poste finte insegne di scuole e teatri. Furono gli stessi Ebrei a lavorare al film propagandistico come attori, comparse e scenografi.
Uno spettacolo che si interroga sul rapporto tra verità e arte, sulla funzione sociale di una creazione artistica. Dove si ferma l’onestà intellettuale di un artista? Qual è il dovere etico rispetto ad una commissione, qualora l’artista stesso sia ingaggiato dal potere per realizzare un’opera destinata alle masse?
Pigmalione è uno scultore, si innamora della sua opera d’arte fino a renderla viva. Pigmalione ha la possibilità di realizzare il più grande film della sua vita: più di 40.000 comparse, un’intera città prigione che per l’occasione viene allestita come un set cinematografico. Insomma, la più grande bugia di tutti i tempi. Cosa significa vendere l’anima al diavolo per realizzare il proprio sogno?
Si può amare la propria opera più della nostra stessa vita?