Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Testori di Forlì (139 posti)
La performance Thinking Blind sarà presentata
in sostituzione dell’annunciato 20/20
“La mia vista non tornerà più, la retina è distrutta […] Lampi blu nei miei occhi”. Parole di Derek Jarman in Blue, film sulle ultime fasi della sua malattia, ad immagine unica: ininterrotto monocromo Blue Klein. Mentre la sua vista si spegne Jarman è l’artefice di un giardino-paradiso di fronte alla centrale nucleare di Dungeness: nel più inospitale dei luoghi crea un’opera di incredibile bellezza. La performance è un omaggio al suo Thinking Blind, “Pensare da ciechi”, sviluppare un pensiero senza organi in cui trovi posto ciò che non vediamo: The True Blue, la verità fluida del mondo, per fare di noi un giardino di fronte a una centrale nucleare e trasformare un terrore oscuro in opportunità di bellezza. In scena 2 performer, gli spettatori con cuffie wireless si immergeranno tra suoni ambientali, saggi di botanica, poesie, opere di Leopardi e citazioni da Jarman, nel tentativo di uscire da sé stessi o – finalmente – entrarci.
Note di regia
“Jarman arriva al blue come uscita dalla morte inevitabile, dilata il suo spazio interno per dare spazio a una cosa enorme posta davanti a lui ma che non vede: la morte è la porta posta davanti a noi ma invisibile. Il lavoro parte da questo assunto: recuperare la possibilità di vedere, senza che si veda nulla perché ciò che stiamo vedendo ci occupa già tutti. Lasciarsi spazio per creare spazio in cui trovi posto una grande visione. La Pandemia ci ha sorpresi nell’orrore della malattia e della morte rivelando la natura debole della nostra vista, ci ha mostrato il mare in cui viviamo e che dimentichiamo: crediamo che esista un dentro e un fuori, cose distinte da noi, e non ci accorgiamo di vivere immersi in un’atmosfera fisica, ambientale, culturale, come pesci nei mari. Ogni forma di inquinamento, non solo fisico ma anche ideologico o morale – l’inquinamento dei pensieri e delle abitudini – è l’incapacità di vedere il mare in cui siamo, e di capire che ogni cosa che è fuori di noi entrerà in noi. Thinking Blind è un lavoro sul corpo che scompare per appropriarsi della visibilità”.