Non lontano da qui esiste un luogo di case sospese. Ognuna di esse è abitata da un proprietario, molto solo e triste, intento alla cura delle proprie cose. Un giorno all’improvviso arriva il Venditore di felicità: vende felicità in barattolo. Gli abitanti del villaggio la comprano eccome! Tutti ne hanno un gran bisogno. Il venditore soddisfatto sta per andare via, quando incontra Ohibò, un tipo strano: vive in un buco e, quando nessuno lo vede, si aggira con aria sospetta sotto le case. Il villaggio lo emargina e un poco lo teme: corre voce che si appropri di oggetti che appartengono agli altri ed è un vicino molto rumoroso perché a qualsiasi ora del giorno e della notte dalla sua casa esce un gran baccano. Ohibò dei barattoli di felicità non ne vuole sapere: non ne ha bisogno perché è un artista e la sua arte lo appaga totalmente. Il venditore non crede ai suoi occhi: non era mai successo che qualcuno non volesse comprare la felicità e, dopo parecchi tentativi per convincerlo, se ne va. Gli abitanti aprono i barattoli e scoprono che sono vuoti. La scoperta li fa cadere in uno sconforto ancora più desolante di quello iniziale, ma presto nasce e cresce in loro la convinzione che sia stato Ohibò a sottrarre il contenuto. Ohibò infatti è molto diverso da loro: Ohibò è felice! Arrabbiati e invidiosi gli abitanti decidono di andarsi a riprendere la loro felicità e scendono giù, ai piani bassi, dove vive Ohibò. Varcata la soglia, essi scoprono che Ohibò, nel suo misterioso buco, ha costruito un TEATRO! Gli abitanti si siedono attratti da una forza superiore, le luci si abbassano e ha inizio lo spettacolo. È un viaggio nella bocca dell’immaginazione, dove gli abitanti si riconoscono e si immedesimano; è un’opera assoluta in cui un grandioso artista ha dipinto le loro anime! I piccoli oggetti di cui Ohibò si appropriava – una girandola, un fazzoletto, un cucchiaio, una mela – sono stati da lui trasfigurati e ora sono emozione, azione e pensiero. Li ha infatti messi insieme e con essi ha creato una solida nave che attraversa una tempesta, esce incolume ed esplora mondi meravigliosi. Al termine dello spettacolo, dopo un applauso scrosciante, gli abitanti capiscono che la vera felicità è stare insieme e che l’arte regala molta gioia a chi la sa apprezzare. Le loro vite da quel momento cambiano per sempre: ora si sentono vicini e parte di una comunità che comprende anche Ohibò a cui donano un fiore di carta, ricco di parole di gratitudine e amicizia.