Lo spettacolo andrà in scena al Ridotto del Teatro Goldoni
Gli stabilimenti balneari, soprattutto quelli romagnoli, sono luoghi strani. Come in grandi condomini costruiti sulla sabbia, stagione dopo stagione, si forma attorno a loro una vera e propria comunità di inquilini temporanei. È un microcosmo schizofrenico, intimo e allo stesso tempo esibizionista, che alterna stati di eccitazione febbrile a lunghe paralisi postprandiali. Sono luoghi votati all’ozio e alla perdita di tempo, in cui fermentano, nella breve durata della stagione estiva, tutte le prurigini e le ossessioni che abbiamo coltivato in inverno.
È così che, in questo monologo comico, che riprende metodi e tematiche care al teatro di narrazione, nel solco di maestri come Dario Fo, Marco Baliani e Marco Paolini, il bagno Kursaal – fittizio stabilimento per famiglie che ha attraversato immutato gli ultimi trent’anni di storia italiana – diventa una lente d’ingrandimento per raccontare le illusioni e le ossessioni di un Paese, il nostro, che dà il suo meglio e il suo peggio in vacanza. Ogni ombrellone, come sa bene l’anonimo bagnino protagonista del racconto, può custodire una storia: e quella storia, inevitabilmente, parla di noi. Perché, come dice il fotografo Martin Parr, “è possibile capire molto di un Paese guardando le sue spiagge; in tutte le culture, la spiaggia è quel raro spazio pubblico in cui si possono trovare le assurdità e i comportamenti eccentrici tipici di ogni nazione”.