Questa storia è accaduta nel paese dei Noncontenti, in un’epoca in cui la luna non esisteva ancora.
La notte era sempre buia e gli abitanti non erano mai contenti.
Rosaluna è diversa da tutti gli altri. I Noncontenti non la vogliono lì.
Lei è ingombrante. Disturba e per questo viene allontanata.
Ma Rosaluna si fa e si disfa. E resta quello che è. E fa quello che ama, sempre. Canta. Canta e canta.
Ma le sue note che nessuno vuole, sono come miele per i lupi. E allora i lupi arrivano, tanti. Tutti!
Aiuto! I noncontenti hanno paura, e lei se ne va via.
Compie un viaggio Rosaluna, e alla fine brilla in un mondo nuovo, in un modo nuovo.
Come luna. A volte si fa piccola, a volte grande. A volte è una voce potente, a volte un sussurro.
A volte è silenzio puro.
Ma ad aspettarla ci sono sempre loro, con i baffi attenti, con le orecchie appuntite e il muso all’insù.
“..tutti chiusero gli occhi nell’attimo esatto in cui sparì, altri giurarono e spergiurarono di non essere mai stati lì” (F. De Gregori)
Tematiche e linguaggi
Uno spettacolo che attraverso i corpi degli attori e i pupazzi mossi a vista, stimolerà l’immaginario dei piccolissimi esplorando i temi della cura, del coraggio, ma anche della diffidenza e della paura.
Le musiche originali si intrecciano alla tessitura drammaturgica, portando avanti la storia di chi non teme di essere quello che è. Di chi va oltre. Oltre le aspettative, la realtà, il quotidiano. La storia di una piccola grande donna, capace di superare i confini di quello che c’è già. Capace di andare oltre i Noncontenti. Illuminando un po’ le loro paure e anche le loro vite. Uno spettacolo di piccole e grandi luci. Di mille fuochi. La storia di una vita. Che si compie. La storia di chi ha il coraggio di essere com’è.
“La luna è lì apposta, scompare e ricompare proprio perché se ci fosse sempre sarebbe banale. Funziona come il desiderio, che implica il cercar le stelle proprio quando non ci sono o si teme siano nascoste da qualche parte dell’universo. Funzione come speranza, che permette di andare oltre ciò che già c’è di costruire e costruirsi” (P. Crepet)
Per questo vogliamo dire: non fatevi bastare nulla, non arroccatevi, non chiudete la porta di casa, non restate immobili nel vostro villaggio. Ma andate alla ricerca di qualcosa di nuovo.
Cercatevi le vostre stelle. E prendetevi la luna. Ognuno la sua ovviamente.