La storia
La storia è ispirata al racconto L’anima smarrita di Olga Tokarczuk, vincitrice del Nobel per la letteratura nel 2018.
Lo spettacolo, attraverso la metafora della sartoria, porta in scena la storia di un sarto che, per la prima parte della sua vita (dall’infanzia alla giovinezza), cammina con la sua anima-vocazione accanto. I compromessi dell’età adulta lo inducono a smarrirla e a dimenticarla, fin quando l’emersione di ricordi lontani lo spingerà a cercarla, per ritrovare sé stesso e la propria “integrità”.
Il rapporto tra bozzetto e vestito è utilizzato per articolare la distanza che esiste tra “immaginato” e “creato”, ragionando drammaturgicamente e scenicamente sul tema dell’accettazione del fallimento e dell’errore come parte del processo di costruzione di un abito o di sé stessi.
L’ambiente scenico lavora sulla dualità: orizzontale-verticale, peso-contrappeso, leggerezza-pesantezza. In un tempo tutto interiore, oggetti e personaggi sembrano fluttuare, smarriti nella ricerca della loro controparte.
La messinscena
Prevede l’impiego di due attori e una macchina scenica di pesi e contrappesi, per una narrazione lirica e senza parole che utilizza le tecniche del teatro di figura. Il duale, il cambiamento, il tentativo di essere interi e in equilibrio, per andare tuttavia sempre in pezzi, hanno portato all’idea di una scena mutevole che si presenta come uno spazio astratto, in continua trasformazione. In una versione ampliata di un graticcio per marionette, tiri e contrappesi modificano porzioni di spazio, creano effetti di equilibrio e disequilibrio, sollevano o calano dall’alto oggetti e pareti di proiezione che diventano luoghi di attraversamento per gli attori. La materia prevalente è il tessuto. Una macchina da cucire si muove in questo universo ricoperto di stoffe, scampoli, matasse di filo. Gli spazi, leggeri ed effimeri, “appaiono” sollevandosi dal pavimento come pagine di un un libro o un album di ricordi. Spesso infatti i tessuti diventano schermi per ombre e proiezioni con la lavagna luminosa. Tutte le tecniche di macchinismo, dei tiri e dei contrappesi saranno visibili dal pubblico, che potrà vedere la magia in scena e il trucco dietro ad essa. Lo spettacolo è un lavoro tout public, che predilige la partitura corporea a quella verbale, in modo da adattarsi facilmente per il mercato sia italiano che estero.
Teatro d’immagine, non verbale
Durata: 55 minuti ca.
Età: tout public dai 6 anni