Prima nazionale:
Teatro Basilica, Roma, 10 febbraio 2023
In scena c’è un fondale su cui nevica per tutto il tempo. Fra i fiocchi di neve compaiono immagini e video, fra cui un album di fotografie scattate in Russia intorno al 2004. Ma quando si parla di Russia, è difficile credere a quello che si vede.
Teodoro fa un elenco di artisti che non possono tornare a casa, e racconta degli anni che ha vissuto in Russia. In questo racconto c’è una poesia, recitata da sbronzo, di Aleksander Pushkin, il frammento del suo romanzo “il negro di Pietro il Grande”, alcune poesie di Ivan Vyrypaev, alcuni sketch di uno stand up comedian bielorusso, scappato a Mosca dalla repressione di Minsk e poi rifugiatosi a Kiev dopo l’inizio della guerra in Ucraina, qualche ore prima che il KGB venisse a cercarlo nel suo appartamento. Lui fa stand up su
questi fatti, e la sua comicità grottesca parla di una tragedia reale.
Uno dei personaggi fondamentali, anche se non parla mai, è uno youtuber, che vive in esilio a causa delle interviste che pubblica su internet.
Ma il vero protagonista di questa storia è il Giovane artista. Questo giovane artista viene da un paese di provincia poverissimo dove in inverno fanno meno 40 gradi, dove non c’è lavoro e non c’è lo stato. Il giovane artista è riuscito a diventare un comico di successo. Si esprime come un teppista di provincia e denuncia le condizioni dei villaggi come quello in cui è nato, prende in giro il presidente e il governo russo. Il Giovane artista sa che potrebbe essere colpito molto duramente, e rischia la vita ogni volta che sale sul palco.
A quanto pare i comici sono fra gli artisti più coraggiosi degli ultimi anni.
“Questo succede perché non ci spiegano la differenza fra la paura e la fifa. Ma la differenza è enorme. Colossale. La paura è un sentimento buono: ti spinge ad agire. La fifa invece ti dice di non fare niente”.
Durata: 60′ ca. (atto unico)