Prima Nazionale:
Campania Teatro Festival
Teatro Nuovo, Napoli, 24 e 25 giugno 2025
Misurare il salto delle rane è una dark comedy ambientata in un piccolo paese di pescatori tra gli anni ’80 e ’90. Protagoniste sono tre donne di diverse generazioni – Lori, Betti e Iris – unite da un tragico lutto avvenuto vent’anni prima e ancora avvolto in un’aura di mistero. Il paese emerge come un frammento dimenticato, circondato da un vasto lago e da una palude minacciosa che lo isola dal mondo esterno, un microcosmo sospeso tra arcaismo e quotidianità, dove una piccola comunità persiste ancorata a consuetudini superate.
Partendo da questo habitat, Misurare il salto delle rane, la nuova produzione di Carrozzeria Orfeo, senza rinunciare all’ironia che la contraddistingue, vuole essere un’indagine poetica e tragicomica sulla condizione umana contemporanea: un viaggio nell’intimità di tre esistenze femminili che si specchiano l’una nell’altra e che, in modo diverso, rifiutano etichette imposte dall’esterno. Tre età, tre mondi, tre stagioni della vita che intrecciano le loro esistenze, scavate da lutti e assenze, ma anche da rinascite, alleanze e complicità profonde.
Nucleo pulsante della narrazione è proprio il femminile. Le manifestazioni della violenza e dell’oppressione verso le donne, endemiche nei contesti rurali dell’epoca, affiorano nel tessuto sociale della comunità con modalità sottili ma pervasive. I personaggi maschili incarnano quasi invariabilmente figure di minaccia o fallimento.
Lo spettacolo esplora le contraddizioni dell’esistenza: la pesantezza e la leggerezza, il dolore e il riso, il radicamento e il desiderio di evasione. Attraverso dialoghi taglienti e situazioni paradossali, momenti di puro lirismo e gesti simbolici, che si intrecciano nella narrazione, alternando momenti di intensità visiva a passaggi di caustica comicità, Carrozzeria Orfeo costruisce un racconto intimo, in cui la gravità del dolore si affianca alla leggerezza dell’ironia. Misurare il salto delle rane è un invito a confrontarsi con i propri limiti, a cercare la bellezza nei gesti semplici, in piccoli atti di trasformazione dove pare non accadere nulla. È un’ode alla complessità dell’essere umano, con la sua infinita capacità di perdersi e ritrovarsi, tra ciò che ci definisce e ciò che ci supera.
NOTE DI DRAMMATURGIA di Gabriele Di Luca
Misurare il salto delle rane è un titolo enigmatico ed evocativo.
La rana, creatura anfibia, vive tra due mondi: è simbolo di metamorfosi e adattamento, ma anche di resilienza e forza femminile primordiale. Il suo salto rappresenta un movimento di trasformazione, l’abbandono di uno stato precedente per approdare a uno nuovo. Questo titolo assume molteplici significati per le protagoniste: Lori è intrappolata in una stasi emotiva, incapace di compiere quel salto necessario per elaborare il lutto. Per Betti, con la sua ossessione per le gare di salto, ogni centimetro guadagnato da Froggy è una piccola vittoria contro un destino che l’ha marchiata come pazza. Iris ha già compiuto un salto significativo, abbandonando la sua vita agiata per seguire l’impulso di consegnare quel messaggio, ma si trova ora a dover decidere se continuare verso una verità potenzialmente distruttiva o retrocedere nella sicurezza delle convenzioni. Misurare questi salti è un’impresa impossibile: come quantificare il coraggio, la disperazione, la speranza? Come calcolare la distanza emotiva tra un prima e un dopo segnato dal trauma? In un contesto sociale che ha normalizzato la violenza di genere, il salto diventa anche atto politico: scegliere di non restare immobili, di non accettare passivamente il ruolo imposto. Le tre protagoniste, ciascuna a suo modo, saltano oltre le convenzioni, rifiutando di rimanere intrappolate nei ruoli prescritti di madre perfetta, donna “normale” o moglie ideale.