Marco Baliani

Kohlhaas

tratto dall’opera Michael Kohlhaas di Heinrich von Kleist

di Marco Baliani e Remo Rostagno

regia Maria Maglietta

produzione Trickster Teatro e Casa degli Alfieri

Lo spettacolo, nato oltre trent’anni fa, ha superato le 1100 repliche.
La storia di Kohlhaas è un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500, scritto da Heinrich von Kleist in pagine memorabili. Nel mio racconto orale è come se avessi aggiunto allo scheletro osseo della struttura del racconto di Kleist, nervi, muscoli e pelle che provengono non più dall’autore originario ma dalla mia esperienza, teatrale e narrativa, dal mio mondo di visioni e di poetica. Così, ad esempio, tutta la metafora sul cerchio del cuore paragonato al cerchio del recinto dei cavalli, che torna più volte nella narrazione, come luogo simbolico di un senso della giustizia umanissimo e concreto, è una mia invenzione, nel senso etimologico del termine, qualcosa che ho trovato, a forza di cercare una mia adesione al racconto di Kleist.
Così via via il testo originale si è come andato perdendo, facendone nascere un altro, un work in progress alla prova di spettatori sempre diversi, anno dopo anno, in spazi teatrali e non, secondo un procedimento di crescita che ai miei occhi appare come qualcosa di organico, come mi si formasse tra le mani un organismo vivente sempre più ricco e differenziato.
Accade, nell’arte del racconto orale, che per cercare personaggi interiori occorra compiere lunghi percorsi, passare attraverso storie di altre storie, sentirsi stranieri in questo mondo dopo aver tanto peregrinato, fino a trovare quel punto incandescente capace di generare a sua volta nell’ascoltatore un mondo di visioni, non necessariamente coincidenti con le mie.
L’arte sta nel non nominare troppo, nel cogliere il cuore di un’esperienza con pochi tratti lasciando molto in ombra, molto ancora da compiersi.

Kohlhaas è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cioè: cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.
Le domande morali che la vicenda solleva e lascia sospese, mi sembrarono, quando comincia ad affrontare l’impresa memorabile del racconto, un modo per parlare degli anni ’70, per parlare di quei conflitti in cui venne a trovarsi la mia generazione, quella del ’68, quando in nome di un superiore ideale di giustizia sociale si arrivò a insanguinare piazze e città.
Un tema antico dunque, tragico nella tradizione e nella forma, che continua a catturarmi, perché il narratore non può che narrare ciò che epicamente lo coinvolge nell’intera sua persona, a me succede così: non potrei raccontare qualsiasi cosa. (Marco Baliani)

venerdì 31 Gennaio 2025 ore 21:00

POSTO UNICO: 15 €

BIGLIETTI DA SABATO 7 SETTEMBRE!
Prevendite diurne
presso la biglietteria del Teatro Diego Fabbri (Corso Diaz 38/1) dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 18 (festivi esclusi).
Prenotazioni telefoniche (0543 26355) negli stessi giorni dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 18.

Sui biglietti acquistati o prenotati telefonicamente in prevendita sarà applicato un ddp di 1 €.
Sui biglietti acquistati online sarà applicata una maggiorazione da parte del fornitore del servizio (Vivaticket).

Biglietteria serale, nella sera di spettacolo presso Teatro Piccolo a partire dalle ore 20 (tel. 0543 64300).

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