Alimentazione. Trasporto. Sovraffollamento. Secondo la scienza sono questi i cardini su cui agire per invertire la rotta che sta portando la specie umana verso l’ineluttabile rischio di estinzione.
La “rivoluzione green” trae linfa dalla consapevolezza di quanto le azioni del singolo abbiano una ricaduta sul sistema globale. L’uomo invece è portato a demandare la soluzione dei problemi ambientali alla politica, alla scienza, alla tecnologia.
Dietro a questo scarico di responsabilità c’è il concetto di rinuncia. Sono poche le persone disposte ad abbracciare la decrescita come filosofia auto conservativa. Il nostro assetto economico di stampo capitalistico si basa sulla creazione di bisogni e così il possesso è diventato sinonimo di benessere. Ecco creato il cortocircuito: bisogni infiniti per un mondo di risorse finite.
Un muratore, Pino, interpretato dal poliedrico Ugo Dighero, si ritrova catapultato in un “non luogo in un non tempo”, costretto a interrogarsi sulle proprie scelte individuali. A metterlo in crisi è Kesedaran, interpretato da Daniele Ronco, un misterioso personaggio che viene dal futuro per portare consapevolezza. Sarà pronto Pino a questo confronto, a trasformare la consapevolezza in azioni concrete, ad accettare che il fantomatico “sistema corrotto” di cui si parla secondo cui siamo noi stessi e non qualcosa che sta sopra di noi su cui non abbiamo alcun potere?